le prime due settimane di giugno dell'estate dei miei sei anni andavo ogni giorno al centro estivo della scuola dove raccoglievamo pinoli e ci facevano giocare ad a-si-no e c'era una complessa classifica dei punti accumulati dai bambini.
due volte a settimana andavamo in piscina. io avevo un costume con i gatti e non sapevo nuotare.
ci andavamo in pullman e uno degli animatori era un ragazzo sui vent'anni che un giorno si era seduto proprio davanti a me e aveva in mano una foglia che aveva raccolto chissà dove. la smembrava lentamente, per ridurla alle nervature. io allora convintissima gli avevo detto che la foglia è un essere vivente, che anche lei soffre e che quindi doveva smettere, che le faceva male.
e lui, più convinto di me, mi aveva risposto che no, la foglia non è un essere vivente. l'albero è un essere vivente e la foglia no.
io giuro che mai mi ero sentita così stupida e a undici anni di distanza posso confermarlo.
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